Trofeo Kima
Con i suoi 49.5 Km, un dislivello in salita di ben 3800m, e un tracciato altamente selettivo che prevede il valico di 7 passi tutti sopra i 2500 è indubbiamente il palcoscenico ideale per esaltare una stella emergente o per consacrare definitivamente già blasonati campioni.
Entrare nella storia non è però cosa da poco, basti pensare al record imbattuto della competizione appartiene a Marco Gatta, vincitore nel lontano ’97 con il sensazionale tempo di 5h 49’10”. Il primato femminile, porta invece la griffe della valdostana Gloriana Pellissier che aveva tagliato il traguardo di Filorera dopo 7 h 48’ 27”.
A distanza di anni, il fascino del Kima ha portato e continua a portare sul sSentiero Romao i migliori e le migliori skyrunner a livello mondiale, basti pensare ai vari Adriano Greco, Fabio Meraldi, Mauro Gatta, Carlo Bellati, Giovanni Gianola, Ricardo Mejia, Bruno e Denis Brunod, Mario Poletti, Cheto Biavaschi, Saul Padua, Paolo Gotti, Ricardo Mejia, Morena Paieri, Emanuela Brizio, Corinne Favre e Gloriana Pellissier per capire che questa gara non è una delle tante ma un vero e proprio appuntamento con il destino.
Il tracciato è tanto massacrante, quanto spettacolare. Dopo la partenza bisogna subito affrontare 2000 m di dislivello per raggiungere, entro il tempo massimo di 2h55’, la mitica bocchetta Roma (m 2894). Difficile dire come potersi gestire in una competizione singolare come il Kima, ma di fondamentale importanza è il correre con margine perché la strada è ancora molta e la gara vera e propria comincia solo dopo il primo scollinamento.
Infatti, nell’arena della solitudine della Val Cameraccio bisogna ritrovare le energie e la concentrazione necessarie per affrontar l’omonimo passo che porta gli atleti sino a una quota di 2950m. Tra pezzi di nevai, sassi instabili e continui saliscendi bisogna superare anche il passo del Torrone (m 2518) prima di raggiungere il rifugio Allievi. Qui, il secondo cancelletto a tempo, procederà alla seconda importante scrematura e, d’ora in poi, solo l’elite degli skyrunner continuerà la lunga cavalcata alla volta di Filorera.
Nonostante la stanchezza, solo la crescente convinzione di portare a termine una simile impresa darà agli atleti le giuste motivazioni per affrontare i tre passi di Averta (m 2551), Qualido (m2647) e Camerozzo (m2765) che conducono sino al rifugio Gianetti. Dopo questo lunghissimo e impervio tragitto resterà da affrontare il temuto Barbacan (m2570) prima di involarsi nella lunga e tecnica discesa che, passando dal rifugio Omio e i Bagni Masino, porterà gli ormai esausti eroi verso il successo e gli onori del traguardo di Filorera.
tratto dahttp://www.waltellina.com/manifestazioni/trofeokima/
http://www.trofeokima.org/index.htm